L’ex difensore, in granata dal ’90 al ’93, si è espresso sul mercato estivo, l’inizio di stagione e le ambizioni societarie
Pasquale Bruno, l'”Animale” del Toro di Mondonico, continua ad avere una certa sensibilità per le tematiche che permeano l’attualità dalle parti di via Filadelfia. Difficile, se non impossibile, togliere il Toro di dosso a chi, dopo aver indossato i panni di gregario nell’altra sponda del Po (seguendo le gesta dei conterranei Causio e Brio, e più avanti Antonio Conte ) esportò il suo “calcio duro e franco” in una ambiziosa Torino granata che mai lo dimenticherà. La working class, come vuole la tradizione. Il torinista operaio che rigava le auto fresche di produzione di fronte al rischio che Gigi Meroni si tingesse di bianconero. Altri tempi, sicuramente più rudi, altro Toro. Oggi come allora, anche se la carta d’identità dice ’62 e altrettante primavere, Pasquale Bruno non si risparmia in qualche tackle al limite quando la palla scotta e la delusione fa uscire il fumo dal naso a un Toro arrabbiato.
Bruno, cosa ne pensa della cessione di Bellanova?
“Tutti noi tifosi del Toro siamo rimasti scioccati. E’ stata davvero inaspettata. Dopo la cessione di Buongiorno pensavamo fosse finita e invece… la saga continua”.
Fa più male la cessione lampo di Bellanova o quella annunciata, ma di una potenziale bandiera, di Buongiorno?
“Le cessioni di giocatori importanti fanno sempre male. Fanno meno male se poi li rimpiazzi come fa l’Atalanta che vende tanto per poi diventare un modello. Vedremo, dai. La cosa che più mi dà fastidio è che Cairo pensi che il Toro sia suo: il Torino F.C. è di Cairo, i soldi sono suoi e fa quello che vuole, ma il Toro è di Pasquale Bruno, di Pulici, di Policano, del Grande Torino e dei tifosi sparsi nel mondo. Questo non bisogna dimenticarlo: il Toro non è suo”.
Ha letto il commento di Annoni scritto in occasione della presentazione della seconda maglia dedicata alla vostra vittoria della Coppa Italia?
“A Enrico ho mandato un messaggio a proposito. E’ la nuda e cruda realtà. Si vede che questa società non ha a cuore il passato. Cerca in tutti i modi di nasconderlo. Infatti mi è sembrata strana da parte loro la scelta di fare questa maglia. Forse si sono sbagliati. E’ ovvio che il passato faccia male, perché è un passato ingombrante, leggendario. Il Toro resterà sempre Toro, nonostante gli ultimi 20 anni di nulla”.
In effetti siete stati gli ultimi a vincere qualcosa…
“E’ triste no? Pensare ancora a Pasquale Bruno, a Policano. Noi siamo stati gli ultimi dopo il Grande Torino e il Toro di Radice a onorare veramente la maglia. Forse c’è stato qualche altro episodio. Però fa male quando una società non guarda indietro, perché se non guardi al passato non hai futuro”.
In questa sessione di mercato il Toro ha venduto il suo futuro?
“Ha venduto due giocatori che potevano essere importanti. Poi magari il calcio è talmente strano che quest’anno andremo in Coppa. Non lo so. L’unica cosa certa è che la gente è stanca di questa apatia. Di queste stagioni da decimo posto. Quello che più mi preoccupa è che ci sia gente che si vanta di arrivare decimo in un campionato il cui livello è imbarazzante. Questo bisogna dirlo. Il Toro gioca in un campionato dove, a parte qualche squadra forte, poi il resto è di una normalità assoluta. E fa ancora più rabbia pensando che il Toro non riesca a raggiungere l’Europa”.
Secondo lei, quest’estate Cairo ha superato il limite?
No, non ha superato il limite. Lui fa i suoi interessi. Io però colgo l’occasione per fare una preghiera. Visto che ha venduto Buongiorno e Bellanova e la gente è scontenta. Vuole fare felice la gente? Venda il Toro”.
Tornando a Bellanova. Cairo ha detto che lo ha venduto perché scontento.
“Già il fatto che i giocatori non vogliano rimanere al Toro è preoccupante. Sempre se sia vero. Se lo fosse sarebbe ancora più grave. Significa che il Toro prima era una meta ambita, ora non più. Gente che sta al Toro e vuole andar via. Qualcosa a cui non avrei mai creduto”.
Cosa penserebbe fosse Samuele Ricci nel vedere i suoi compagni di Nazionale andarsene?
“Non lo so. Sicuramente penso che la squadra si sia indebolita. Fossi stato io un giocatore avrei sperato che con quei soldi la squadra si sarebbe rafforzata seriamente, che i soldi sarebbero stati reinvestiti. Speriamo. Mancano pochi giorni alla fine del mercato, magari succede”.
Ci crede davvero?
“No”.
Paradossale che il Toro abbia finalmente trovato un esterno di piede sinistro e ora perda il titolare a destra, non crede?
“A me infatti piacerebbe tantissimo sentire l’opinione di Vanoli, soprattutto dopo la prestazione di San Siro, che ci ha resi un po’ tutti felici. Magari il calcio è così strano che senza Bellanova e Buongiorno avremo l’anno… No, dai, non lo so”.
E per domenica si annusa aria di contestazione
“Già sui siti e i social si legge come la gente sia particolarmente arrabbiata. E’ evidente. Io ho tanti tifosi e ultras che mi scrivono nelle chat. Solo ieri mattina 500 messaggi”.
E’ ancora un punto di riferimento.
“Per questo poi si sfogano con me e io molto spesso non so cosa dire. Mi spiace. Non credo ai miei occhi quando vedo, nonostante questi decenni tristi, questo amore viscerale ripagato poi con queste cose qua… Speriamo. Siamo sempre fiduciosi”.
Lei ha vissuto cessioni importanti, come quella di Lentini, e un forte malcontento per le strade di Torino.
“Quell’estate però arrivarono giocatori come Pato Aguilera… Se si seguisse il modello Atalanta, che ogni anno vende giocatori importanti e poi vince l’Europa League e come minimo si piazza sempre in Europa, sarei il primo ad applaudire. Ma se tu vendi e stai sempre all’inizio della parte sinistra della classifica e te ne vanti, mi dà fastidio”.
A cosa può ambire secondo lei il Torino?
“Io spero che le ambizioni siano quelle di andare in Europa. Poi starà alla proprietà, alla società dichiarare quali sono le ambizioni”.
Che impressione le ha fatto Vanoli?
“Vanoli ha esperienza internazionale. Mi sembra abbia dei valori importanti. Mi sembra una persona viva”.
E il Toro?
“Il Toro non muore mai. Sopravviverà anche a Cairo”.
Rientro a Torino dalla Calabria per tempo, per andare a dire “BASTA” e “VATTENE”!! 20 anni di dispiaceri e prese in giro DEVONO FINIRE. Voglio tornare allo stadio a vedere il Toro, che può esistere solo SENZA CAIRO e SENZA EQUINI. GRANATA, PER TUTTO QUELLO CHE HA RAPPRESENTATO E SIGNIFICA… Leggi il resto »
Io sono felice solo se muore
Mah, trovo la domanda retorica “caire vuol farci felici?” decisamente il presupposto più sbagliato in assoluto.
Infatti🥱